La ARO Vicecampione Italiano

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Non ci sono restrizioni alle modifiche, in particolare, alla M-461 di Nello viene applicato un riduttore di origine Fiat Campagnola, imprescindibile nel trial, e la pompa gasolio del suo Peugeot-Indenor XDP 4.90 viene tarata per avere qualche cavallo in più. Inoltre, il filtro dell’aria viene sostituito con uno a ciclone posizionato fuori dal vano motore sul lato sinistro, in posizione rialzata, mentre un robusto roll-bar prende il posto delle centine originali.

L’anno successivo, il 1985, Nello partecipa a quasi tutte le gare del campionato trovandosi a battaglia-re con le agguerritissime Range Rover, spesso preparatissime e con motorizzazioni ben più prestanti del suo lento Peugeot 2.1 Diesel. Le Range Rover che deve affrontare nella classe E sono sulla carta imbattibili, hanno motori V8 da 3,5 litri elaborati che garantiscono ben più dei 135 CV di serie e spesso sono dotati di blocco differenziale posteriore. Inoltre, chi le conduce è gente esperta che gareggia da anni. Nello però non si fa intimidire e nono-stante la sua ARO si presenti sui campi da gara senza particolari aspettative, oggi lo definiremmo un underdog, riesce sempre a togliersi grandi soddisfazioni. In effetti, a metà anni ’80, con il mercato già monopolio delle Land Rover e delle case giapponesi, vedere impegnata tra i paletti da trial una ARO dal disegno così retrò, deve essere stata un’esperienza che definire onirica è poco.

La rivista TuttoFuoristrada, commentando i risultati della gara di Palagano del settembre 1985, scrive: ”Ci sarebbe riuscito difficile immaginare una ARO impegnata in gara se non l’avessimo visto con i nostri occhi”. Un commento che rende bene l’idea su come fosse vista una ARO “da gara” in quel momento storico. Nello ci racconta divertito un altro episodio curioso. È intento nel preparare l’auto per la gara, attività che si svolge nei prati immediatamente a ridosso del circuito, quando gli si avvicina un bambino che, serissimo, gli chiede: “Ma questa è la macchina di Topolino?”. L’innocenza dei piccoli.

La ARO di Nello riesce a mitigare lo svantaggio del suo motore poco potente con le dimensioni esterne più contenute, ma anche con l’ottima telaistica e l’ampissima escursione dei ponti, caratteristica che contraddistingue le ARO di serie. Di serie c’è anche l’affidabilità, i robusti ponti dotati di semiassi sovradimensionati dal diametro particolarmente generoso riducono gli inconvenienti al minimo. Solo qualche noia al differenziale posteriore e, a causa di un guado particolarmente profondo non valutato attentamente prima dell’attraversamento, la prematura morte del motore per l’ingresso di acqua nelle camere di combustione. Poco male, motore sostituito e la stagione può continuare.

Stagione che vede la ARO di Nello raggiungere i seguenti risultati: in maggio a Salvarano (RE) è 3°; in giugno a Pievepelago (MO) è 5°, invece a Monzuno (BO) è 4°; a settembre è ancora 4° a Palagano (MO), infine è addirittura 2° a Noceto (PR) e si qualifica per le due finali nazionali.

A ottobre, nella prima finale di Panicagliore (PT), Nello è in forma e la ARO non è da meno. Nell’affrontare una pendenza particolarmente ripida dal fondo viscido, già punto di resa per quasi tutti gli equipaggi che l’affrontano, fallisce i primi tre tentativi a disposizione. Nello chiede di tentare ancora con un quarto tentativo accollandosi il reale rischio di farsi assegnare una forte penalità nel punteggio in caso d’insuccesso. Contro ogni previsione, con caparbietà e un pizzico di fortuna riesce ad arrivare in cima, ad accompagnarlo c’è il tripudio della folla di spettatori disposta lungo il tracciato. 

Nello è terzo, è la definitiva consacrazione della ARO underdog

Nella successiva seconda finale di Salsomaggiore (PR), la ARO M-461 motorizzata Peugeot di Nello chiude al secondo posto nella classifica finale. Nonostante le fattezze da auto di Topolino, una ARO M-461 del ’73 è vicecampione italiano 1985 di Trial nella classe E. Se non l’avessimo visto con i nostri occhi, non ci avremmo creduto.

 █  A NUOVA VITA

La M-461 C visibile in foto è stata acquistata nel 1973 dalla concessionaria Gandin di Conegliano (TV). 

Dopo la vittoriosa carriera sportiva viene completamente restaurata concedendosi a qualche personalizzazione e a una nuova immatricolazione. 

Ora è coccolata dal suo proprietario, lo stesso che la conduceva sui campi di gara. 

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