Materazzi, l’Ingegnere Riscoperto

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Ferrari 288 GTO Evoluzione
Ferrari 288 GTO Evoluzione

  A schiena diritta

Dicevamo di Materazzi uomo schietto, senza peli sulla lingua, dote non proprio apprezzata in un ambiente professionale dove l’arrivismo fa si che anche la tollerabile diplomazia si trasformi facilmente nella più odiosa genuflessione con lo scopo di ottenere vantaggi diretti, spesso immeritati. 

Con la morte di Enzo Ferrari nell’agosto del 1988, viene meno anche la promessa di essere posto al vertice del Reparto Tecnico, posizione che gli verrà negata in favore del tecnico voluto dalla Fiat che “faceva trattori alla Carraro”. 

A tutti gli effetti si riteneva vittima di una ingiustizia, una di quelle ingiustizie che neppure il tempo riesce a lenire nel ricordo, tanto meno a cancellare, soprattutto considerando ciò che aveva rappresentato il suo ultimo progetto in ordine di tempo, quella F40 tutta farina del suo sacco, lo stupor mundi che diede a Enzo Ferrari l’ultima grande soddisfazione: “Nel pieno ossequio della catena della mediocrità, mi veniva negata l’assegnazione di una posizione che avevo dimostrato con i fatti di meritare abbondantemente e che mi era stata promessa dall’Ing. Ferrari in persona, per affidarla a chi non aveva dimostrato un bel niente e solo in seguito metterà in mostra le sue qualità“! (l’ironico riferimento è allo sfortunato progetto della Ferrari 348, ndr). 

Un’ingiustizia non sanabile se non con le dimissioni, perché per un uomo dedito profondamente al lavoro, ciò che non è accettabile non lo è e basta, senza possibilità di accomodamenti. A dimissioni presentate, ma ancora a tutti gli effetti dipendente Ferrari, seppure sotto controllo della Fiat (Fusaro alla presidenza, Romiti nel consiglio di amministrazione), ha la sfrontatezza di pubblicare un annuncio in cui cerca lavoro al pari di un impiegato qualsiasi, offrendosi anche all’estero, anche a piccole realtà, purché “non facenti parte del gruppo Fiat”, in grassetto perché sia ben chiaro il concetto. 

Ma è un’intervista che apparirà sulle pagine di Rombo, che dire al vetriolo è poco, a segnare un punto di non ritorno e che pagheranno cara in due,  l’intervistatore e l’intervistato: la rivista diretta da Sabbatini si vedrà annullare con effetto immediato tutte le pubblicità del gruppo Fiat; Materazzi sarà di fatto cancellato dalla storia della Ferrari, con la colpevole complicità della stampa italiana.

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