█ Tutto intorno terra bruciata
“In Italia non si possono leggere i giornali. Quando Romiti è andato davanti ai giudici, gli hanno chiesto: <<Questi soldi che hai portato all’estero, a cosa servono?>>. Lui ha risposto candidamente: <<A prezzolare i giornalisti>>“. (il riferimento è alla deposizione dell’AD della Fiat al processo Mani Pulite, ndr). Non aveva quindi una bella opinione della stampa nostrana, probabilmente non a torto, non amava la stampa e la stampa non lo amava.
Con Materazzi non siamo però di fronte al solito caso di Nemo propheta in patria, ci troviamo davanti a qualcosa di più, a una vera e propria messa al bando costruita a tavolino, a cui la stampa nazionale ha contribuito per procura. Non si spiegherebbe diversamente il sistematico interessamento alla sua figura proveniente dall’estero, dagli USA, dalla Germania, o persino dal Giappone, dove inviava con una certa frequenza articoli a carattere tecnico. In Italia no, in Italia non solo non riceverà mai alcun invito a presenziare a eventi ufficiali Ferrari, in Fiat hanno la memoria lunga, ma si vedrà spesso negata in modo anche abbastanza goffo la paternità dei tanti progetti a lui ascrivibili.
Ad esempio, per anni la F40 nel migliore dei casi non avrà paternità, nel peggiore le si assegneranno paternità prive di ogni fondamento. Emblematico il caso di Quattroruote, dove in un suo articolo il motore della F40 viene attribuito a Bonfiglioli, in quel periodo responsabile dell’area Progetti Speciali Ferrari ma non del progetto F40. A Materazzi non resta che telefonare al direttore della rivista e all’inconsapevole ex collega per vedersi riconosciute, non senza fatica e ricorrendo a qualche invettiva, le proprie ragioni.
O ancora le linee della F40, per diverso tempo attribuite a Fioravanti e quindi firmate Pininfarina, quando anche ai più distratti non può sfuggire come l’impronta del corpo vettura, ma anche di molti altri particolari, sia sostanzialmente lo stesso della 288 GTO Evoluzione, linee tracciate senza tema di smentita da Materazzi, già portatore di competenze aerodinamiche da metà anni ’70: “In Ferrari bisognava passare da Pininfarina per avere la firma sulla carrozzeria”. Solo in tempi recenti le foto del prototipo nella galleria del vento mostreranno come in Pininfarina siano intervenuti sostanzialmente solo sul muso e sulla coda, con lo spoiler posteriore disegnato da Aldo Bovarone e le linee dei due cofani da Pietro Camardella.
Non meno odiosi i casi in cui in opere editoriali dedicate alla Ferrari, o ancora più specificatamente alle supercar di Maranello a firma di autorevoli e osannate penne del giornalismo nostrano, il nome di Materazzi non compaia mai, neppure per errore, neppure nell’elenco dei tecnici Ferrari che si trova in fondo, nelle note bibliografiche, prima della pagina bianca in terza di copertina.
Eppure, in opere analoghe a firma di altrettanti autorevoli autori internazionali, viene osannato a tal punto da essere definito: “The best mechanical engineer” o ancora: “The best engineer you’ve never heard of”, il migliore ingegnere di cui non hai mai sentito parlare.
Già, il punto è tutto lì, di cui non hai mai sentito parlare. ►
Ferrari F40
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