█  Come si guida

La tecnica di guida è quella degli analoghi veicoli progettati negli anni ’30, il volante è molto pesante e la frizione dura, ma una volta presa la mano è meno affaticante di altri autocarri del periodo di maggiori dimensioni.

Il motore ha la tipica ruvidità dei diesel anteguerra, ma è apprezzabile per la regolarità di funzionamento. Il cambio a freddo è difficile da manovrare, quando però l’olio raggiunge la temperatura d’esercizio, è piacevole da utilizzare, le cambiate diventano più precise, certo ricorrendo sempre all’irrinunciabile doppietta. La velocità è buona, si raggiungono i 55/60 km/h, ovviamente a veicolo scarico, e la frenata non è male, ci si riesce a fermare in spazi accettabili.

L’attuale proprietario lo accoppia sovente a un rimorchio Viberti T65 a due assi, la cui presenza al traino rende la guida più impegnativa; in questa configurazione la lunghezza dell’autotreno raggiunge i 13,20 m complessivi, con un maggior ricorso al cambio marcia data la non esuberante potenza disponibile della motrice.

“Se devo indicare un difetto del Taurus non riesco a trovarne. L’unico, forse, è la propensione a rompere semiassi”, ci racconta Luca. “Giovanni, il proprietario che lo aveva utilizzato durante la sua vita lavorativa, mi raccontava che non partiva senza averne uno di scorta in cabina”.

Luca si lascia andare ai ricordi: “Con Giovanni condividevano spesso intere giornate a bordo del camion in occasione di raduni o esposizioni, era un continuo ricordo dei tempi passati e di aneddoti, di quando al volante c’era lui. Non nascondo che adesso che non c’è più e ai raduni mi tocca andare da solo, mi sembra quasi di avvertire la sua presenza, di averlo ancora accanto a me in cabina a raccontarmi di quando guidava il suo fidato Taurus“. ▄