A fine anni ’30, la Officine Meccaniche (OM) di Brescia aveva sulle linee di assemblaggio l’autocarro pesante Titano e il medio-pesante Ursus, entrambi lanciati nel 1937 e prodotti su licenza della svizzera Saurer. I due modelli soffrivano la forte concorrenza del Fiat 634 e del Lancia 3Ro, stentando a imporsi sul mercato. Con lo scopo di venire incontro alle esigenze di chi necessitava di un veicolo più leggero ed economico, nel 1939 la OM presenta il Taurus, un autocarro medio di tipo unificato a cabina arretrata derivato dal più grande Ursus.

Dalla metà del 1937, gli autocarri civili di nuova produzione dovevano possedere delle caratteristiche standard imposte dal Ministero della Guerra riguardanti il peso, il numero degli assi, la velocità e la portata, al fine di semplificare la logistica in caso di requisizione da parte delle forze armate. Il Taurus rientra nella categoria degli autocarri unificati di tipo medio con portata prossima ai 30 q.li, al quale poteva essere aggiunto al traino un rimorchio dal peso complessivo variabile tra i 70 e gli 85 q.li. In realtà la robustezza del telaio e l’affidabilità del motore diesel, consentirono al Taurus di essere utilizzato quasi come un medio-pesante, con carichi che sulla motrice arrivavano a sfiorare i 40 q.li del fratello maggiore Ursus.

La proverbiale robustezza e l’economia di esercizio hanno determinato il successo del Taurus, non a caso tra gli autocarri più amati dagli autotrasportatori del dopoguerra, tanto da essere prodotto ininterrottamente per 10 lunghi anni, nell’ultimo anno in una versione leggermente aggiornata. Nel 1949 verrà sostituito dal più moderno modello a cabina avanzata, il Taurus 340. ►