Come per le versioni sportive e a gasolio, l’idea di produrre la versione aperta della Ritmo non era inizialmente nei piani della Fiat. Bertone, che si stava trasformando da produttore di scocche in costruttore di auto complete conto terzi, aveva notato l’ottima accoglienza riservata alla Golf Cabriolet, progettata e realizzata da Karmann e presentata a febbraio del ’79. Decide quindi di presentare di propria iniziativa al Salone di Francoforte dello stesso anno il prototipo della Ritmo in versione aperta con il nome di Ritmo Cabriolet.
Dalla Golf Cabriolet, oltre al nome, viene ripreso lo stesso schema con telo completamente ripiegabile a mantice e il riconoscibilissimo arco centrale che ha il doppio scopo di fungere da roll-bar e irrobustire la scocca.
Ma in Fiat non sono molto convinti della proposta, tanto che serviranno due anni prima che Bertone riesca a farsi affidare la produzione della Ritmo in versione aperta, ripresentandola quasi immutata al Salone di Francoforte dell’81 e lanciandola sul mercato con il proprio marchio e il nome definitivo di Bertone Cabrio. Basata sulla meccanica e sugli interni della Ritmo Super 85, riporta al posteriore e lateralmente le sue targhette, ha richiesto un importante lavoro di irrigidimento della scocca, con l’inserimento di scatolati supplementari in più punti del pianale. La Cabrio è omologata per 4 posti e ha un originale sistema di apertura della capote, con la sezione posteriore che incorpora il lunotto separabile e apribile verso l’alto come se si trattasse di un normale portellone.
I sedili posteriori sdoppiati, optional di fatto obbligatorio, unitamente alla sezione posteriore apribile, rende la Ritmo Cabrio particolarmente versatile per il trasporto di attrezzature sportive ingombranti, quali sci o accessori per il campeggio: la versatilità d’impiego è talmente esasperata da far riportare sul dépliant persino la possibilità di trasportare un gommone dotato di fuoribordo. Il portello inferiore in coda, ribaltabile all’indietro, consente invece l’accesso al vano bagagli, non possibile se la capote è in posizione aperta e ripiegata.
La capote non in unico pezzo, unitamente alla complessità delle procedure di apertura e chiusura, la rendono però soggetta a un invecchiamento precoce. La qualità dei materiali utilizzati per i particolari e la cura nell’assemblaggio realizzato in modo artigianale da Bertone, rendono la Cabrio più curata rispetto alle Ritmo berlina di serie, ma con una percezione della qualità ancora lontana da quella della sua principale concorrente tedesca. Dalla sua ha però un motore brillante se paragonato al VW 1.5, la quinta marcia di serie, e una strumentazione più completa.
Inizialmente viene proposta sul mercato italiano a un prezzo lievemente inferiore rispetto alla Golf, da metà ’82 sarà più alto di quasi mezzo milione di lire. Sui mercati internazionali, dove sarà venduta direttamente dalla rete commerciale Bertone, avrà invece costantemente un prezzo più basso rispetto all’omologa tedesca, ma ciò non le consentirà di avere il successo sperato.
La Bertone Cabrio prima serie sarà prodotta in soli 4 mila esemplari, aggiungendo anche la seconda si arriverà a un totale di 18 mila unità; la Golf Cabriolet I serie sarà invece prodotta dal 1979 al 1993 in ben 390 mila esemplari: peccato in Fiat non ci abbiamo creduto abbastanza. ▄
La Cabrio in foto presenta alcune personalizzazioni del proprietario: non sono di serie lo spoiler anteriore con i fendinebbia e il tappo del carburante; gli specchietti esterni sono della Ritmo pre-restyling.