Nei primi mesi di vendita la Ritmo è oggetto di critiche non solo per l’aspetto esteriore, talmente innovativo da richiedere un certo periodo di assuefazione per renderlo accettabile, ma anche per gli allestimenti interni, dove l’abbondante ricorso alla plastica rende l’abitacolo non particolarmente accogliente. Inoltre, il mercato è ancora investito dall’onda lunga delle personalizzazioni tipiche degli anni ‘70, ritenute un segno distintivo per affrancarsi dalla moltitudine di auto tutte uguali, tanto che la stessa Fiat ha a listino le 126 Black / Silver e la 127 Top che strizzano l’occhio a chi vuole distinguersi.

I primi a intercettare tali esigenze della clientela sono i concessionari che realizzano piccoli lotti di Ritmo più o meno personalizzate, anche negli interni. Grazie al successo di tali iniziative, Fiat comprende che può essere vantaggioso realizzare in proprio una versione più ricca nei contenuti e con una forte caratterizzazione, anche per riposizionare la Ritmo in una fascia di mercato più alta e contribuire ad aumentare la quota vendite della motorizzazione 1.3 che gode di un basso numero di preferenze, almeno in Italia. 

Al Salone di Francoforte del ’79 la Ritmo si presenta con una serie speciale a produzione limitata, la Targa Oro, in versione a 3 e 5 porte diversificate nell’aspetto esterno: per il mercato italiano la 3 porte è disponibile esclusivamente nel colore nero lucido con scudi paracolpi antracite, la 5 porte con colore marrone metallizzato e paraurti beige.