█ Manca l’ultima vettura.
Mi contatta un ex pilota della Lancia (Sandro Munari, ndr): “Ti ricordi quando correvo con lo sponsor del burro sulla tuta? Il marchio era un quadrifoglio verde. Ecco, i proprietari di quel caseificio hanno acquisito la Laverda e mi hanno chiesto di trovare una persona per fare delle moto”. Dopo una resistenza iniziale, sono andato.
Realizzata la moto per la Laverda, sono tornato a Modena perché c’erano i miei amici ex Bugatti che volevano fare una macchina stratosferica, la Edonis, capace di raggiungere i 360km/h, l’ultimo progetto che ho realizzato.
Era la macchina di serie più veloce che c’era all’epoca, la Ferrari è arrivata a quelle prestazioni dieci o dodici anni dopo. Ho quindi chiuso la mia carriera perché ho capito che non avevo più la forza di continuare a fare questo lavoro, mi sono detto: “Lascio perdere, mi metto a riposo”.
Ho realizzato 38 progetti tra auto e moto, un ingegnere nella sua carriera se arriva a farne 12 sono già tanti; io però mi divertivo, non mi pesava, quando non me lo dicevano i proprietari o i responsabili del marketing, i motori da fare me li inventavo io.
A un certo punto in Ferrari arrivarono dei nuovi dirigenti con una mentalità molto diversa dalla mia, e quindi lasciai Maranello.
█ Com’è nata questa passione?
Da dove nasca questa passione me lo sono sempre chiesto. Mio nonno era medico a Caselle in Pittari, era socio dell’Automobile Club e all’epoca riceveva tutte le settimane un giornale intitolato l’Automobile (“L’Automobile: settimanale degli automobilisti“, edito dall’allora R.A.C.I., ndr).
Vedevo questo giornale girare per casa, avrei voluto che qualcuno me lo leggesse, ma i miei familiari erano sempre impegnati. Quando finalmente sono andato a scuola ho potuto leggerlo da solo, da quel momento ho coltivato questa passione: ho iniziato con una motocicletta, poi ho avuto una Fiat 500C sulla quale facevo i miei primi esperimenti, nel ‘61 ho progettato un go-kart e successivamente ho continuato con questa mania di voler disegnare e fare delle macchine.
Ho avuto la fortuna di poter coltivare la mia passione, altrimenti non saprei cos’altro avrei potuto fare. ►