1992
Bugatti EB 100 SS
Al termine del 1991 l’ingegnere campano viene contattato da Romano Artioli per sostituire Paolo Stanzani che aveva abbandonato il progetto della Bugatti EB110: “O vieni tu, o chiudo e mando tutti a casa”.
█ Con il suo ingegno credo non avrebbe avuto difficoltà a fare altro.
Non lo so, in alternativa mi sarei occupato di storia della tecnica di cui sono appassionato, scrivo infatti degli articoli per alcune riviste giapponesi, questo mi ha fatto apprezzare anche in Giappone. Alcune università mi chiedono di andare lì per fare dei seminari, perché loro purtroppo non hanno questa tradizione.
Mi sarebbe piaciuto specializzarmi nella storia della tecnica, fare il professore, non a caso ho creato una mia biblioteca di circa 12 mila volumi che mi consente di approfondire. Sono un bel numero, non è tanto averli, anche se mi sono costati una cifra, ma leggere un libro su un argomento che appassiona è bello.
█ Com’è stato il passaggio alla pensione?
All’inizio è stato un po’ traumatico, avevo però accumulato tante conoscenze nel giro dei preparatori, delle officine, ed hanno continuato a chiamarmi quando si presentava un problema. Mi proponevano contratti di lavoro e io rispondevo: “No, contratti non ne faccio. Vengo lì, vi do una mano a risolvere il problema se sono capace, ci andiamo a prendere un caffè insieme o a mangiare una pizza, ma non mi parlate di contratti“. Questo perché ho avuto qualche problemino di salute e non mi volevo impegnare a tempo pieno.
Non ho mai considerato il lavoro qualcosa da fare in 8 ore, quando avevo un problema lavoravo anche 24 ore al giorno per poterlo risolvere. Poiché non mi sono mai saputo limitare, temevo che legandomi con un contratto a un progetto che mi appassionasse sarei finito a lavorare di nuovo a ritmi insostenibili, e per questo rifiutavo. Per un po’ sono rimasto a Modena, poi sono sceso a Sapri.
█ Tornando indietro rifarebbe tutto quello che ha fatto?
Direi proprio di sì, certamente. Forse ho commesso anche qualche errore, ma sa qual è stato il mio problema? Ho cambiato troppe case.
Ma sa perché? Io avevo la gente fuori dalla porta che mi chiedeva: “Per favore, mi vieni a dare una mano”. Il mio nome è stato legato a troppe case automobilistiche. Mi hanno cercato anche dalla McLaren e dalla BMW. Alla BMW ho fatto dei dispetti, ma loro mi avrebbero preso volentieri alla Motosport, il reparto corse della BMW; alla McLaren lo stesso, mi hanno telefonato due volte.
Il lavoro mi piaceva dovunque l’avessi fatto, mi piaceva farlo, non avevo altre pretese. Tutto sommato rifarei quello che ho fatto, tranne, come le dicevo, l’aver cambiato tante case, ma questo è dipeso dal fatto che quando arrivavo a casa trovavo persone che mi chiedevano aiuto.
Ad esempio, la Bugatti aveva fatto una macchina che perdeva i pezzi per strada, il Presidente mi chiama: “O vieni tu, o chiudo e mando tutti a casa”. ►
Marcello Sabbatini, direttore di Rombo, intervista Materazzi nel 1988: “Quell’intervista scomoda costò cara al mio giornale. In sole due ore venne tagliata tutta la pubblicità del gruppo Fiat”.