█ Tanto spazio a bordo
Il generoso spazio interno della Ritmo diventerà una caratteristica di tutti i successivi modelli di casa Fiat della stessa classe.
La posizione del serbatoio susciterà invece non poche polemiche sulla sua sicurezza.
█ DATI TECNICI (Riferiti alle versioni del 1978)
Ritmo 60, motore 1.116 cc da 60 CV a 5800 rpm, coppia max 8,3 mkg, velocità 145 km/h, consumo 8,7 lt/100 km (in IV)
Ritmo 65, motore 1.301cc da 65 CV a 5800 rpm, coppia max 10 mkg, velocità 150 km/h, consumo 8,8 lt/100 km (in IV)
Ritmo 75, motore 1.498 cc da 75 CV a 5800 rpm, coppia max 12 mkg, velocità 155 km/h, consumo 9,9 lt/100 km (in V)
Motore 4 cilindri posizionato trasversalmente, monoblocco in ghisa e testa in lega leggera, asse a camme in testa, distribuzione a cinghia dentata. Cambio manuale a 4 e 5 rapporti + RM o automatico a 3 rapporti + RM. Sospensioni tipo McPherson, anteriori con montante telescopico superiore e braccio inferiore con puntone senza barra antirollio, posteriori con montante telescopico e triangolo inferiore con molla a balestra trasversale. Freni anteriori a disco, posteriori a tamburo, con servofreno solo sulla 75. Dimensioni in metri: Lunghezza 3,937 – Larghezza 1,650 – Altezza 1,400 – Passo 2,448 – Carreggiata Ant. 1,400 Carreggiata Post. 1,410. Peso in kg: 860 (3 Porte) / 895 (5 Porte) / Automatica 900 (3 Porte) e 935 (5 Porte)
█ La meccanica: 128 vs Ritmo
In Fiat non si preoccupano eccessivamente dell’aspetto meccanico. La Ritmo può attingere all’ancora moderna meccanica della 128, sarebbe quindi inutilmente costoso, soprattutto in un periodo di forte crisi come quello che si sta attraversando, riprogettarla ex novo. Per ridurre i consumi, si pensa, basterà una diversa messa a punto e un design più favorevole alla penetrazione aerodinamica.
Anche il pianale, come pure le sospensioni, vengono di fatto ricavate dalla 128. Ciò detto, se fossimo una pubblicazione normale, potremmo chiudere qui la discussione con la solita semplificazione che dipinge la Ritmo come una 128 con il vestito nuovo. Non essendolo, approfondiamo questo aspetto che riteniamo interessante.
Ritorniamo per un attimo agli obiettivi che in Fiat si erano posti con la realizzazione della Ritmo: avrebbe dovuto essere economica nell’esercizio, pratica e comoda. Si interviene innanzitutto sulle sospensioni, con l’applicazione all’anteriore dello schema della 128 3P più che della 128 Berlina. Sulla Ritmo si preferisce però un’impostazione più morbida così da offrire maggiore comfort, ciò fa si che sia più incline al rollio rispetto alla 128, pur continuando a mantenere complessivamente la buona tenuta di strada della progenitrice.
Per ridurre i consumi, ai motori viene modificato il carburatore, con diversa taratura, e il filtro dell’aria; viene rivisto anche il collettore di scarico, nella Ritmo sdoppiato. Al motore 1.3 viene anche aumentata leggermente la corsa, tanto da far passare la cilindrata totale da 1290 a 1301 cc.
Il cambio vede finalmente disponibile la quinta marcia, anche se su richiesta, mantenendo la stessa rapportatura della 128; invariato anche il rapporto di riduzione finale. Il serbatoio del carburante si estende ora per tutta la larghezza dell’auto, con capacità aumentata da 38 a 51 litri.
Proprio la posizione dell’ampio serbatoio sotto il piano del bagagliaio, a sbalzo sull’assale posteriore, susciterà non poche critiche in tema di sicurezza: il suo posizionamento lo rende particolarmente esposto ai tamponamenti. Solo con l’avvento della Ritmo seconda serie, nel 1982, si sposterà il serbatoio sotto i sedili posteriori, in posizione più sicura.
Le maggiori dimensioni complessive della Ritmo, più lunga e più larga, e la presenza di un serbatoio di maggiore capacità, nonostante l’ampio ricorso alla plastica, la rendono più pesante di quasi un quintale rispetto alla 128. Ciò incide negativamente sul suo comportamento stradale, tanto che la 128 mantiene un handling nettamente superiore.
Anche in termini di prestazioni la Ritmo perde in vivacità, la maggior potenza dei motori, 5 cavalli in più, è ottenuta a scapito dell’elasticità, con la 128 che ha gli stessi valori di coppia ma a un regime notevolmente più basso. La Ritmo, in conclusione, ha un comportamento complessivamente meno reattivo e più votato al comfort di marcia.
Nonostante l’aerodinamica più favorevole, con un cx di 0,38 contro lo 0,44 della berlina a tre volumi, il guadagno in termini di velocità massima è di soli 5 km/h, a dimostrazione che il peso incide sfavorevolmente anche sulle prestazioni. Analizzando la voce consumi arriva la grande delusione. A parità di motorizzazione, la Ritmo ha consumi di carburante paragonabili a quelli della 128, solo l’eventuale presenza della quinta marcia surmoltiplicata le permette di migliorare leggermente nel confronto e solo a velocità costanti, quindi su percorsi per lo più autostradali.
Ma ciò che non torna in senso assoluto, è che la differenza di consumo si mantiene costante a qualsiasi velocità, rimane nei fatti invariata da 60 a 120 km/h. È un dato che fa riflettere circa la supposta efficienza aerodinamica della Ritmo che dovrebbe incidere sempre più man mano che aumenta l’andatura e che invece risulta del tutto inefficace proprio alle alte velocità.
Il maggior peso non giustifica da solo un dato così deludente. Dato deludente che quasi non verrà rilevato dalle pubblicazioni di settore dell’epoca, che anzi continueranno a sottolineare in modo stucchevole e irrealistico l’efficienza dell’aerodinamica e i conseguenti consumi ridotti.
In conclusione, nonostante il pianale derivato e la meccanica simile, la Ritmo ha un carattere molto diverso dalla 128, guadagna in personalità con il design ma perde nel comportamento dinamico, senza per contro ottenere evidenti vantaggi se non nel comfort di marcia, senz’altro molto migliorato. ►